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20 euro un tè e senza scontrino: l’annuncio social fa scoppiare la bufera

Un politico italiano ha denunciato sui social l’aver pagato un prezzo eccessivo tre consumazioni al bar: le sue parole e la narrazione della vicenda

20 euro un tè e senza scontrino: l’annuncio social fa scoppiare la bufera – Camelio

Fermarsi al bar, sedersi ai tavolini è una delle pratiche più comuni non solo in Italia, ma nel mondo intero. Poi, certo, in ogni Paese c’è un’usanza differente. Magari a Napoli il sedersi al tavolino di un bar significa quasi sempre bere una tazzina di un buon caffè, l’oro nero per i partenopei, con buona pace del petrolio.

L’amore viscerale per il caffè però in altre località non è così accentuato. E così capita che ci si sieda al tavolino con amici, parenti o semplicemente famigliari, per bere altro. Una cioccolata calda, viste le temperature invernali che ormai si sono diffuse su tutta la penisola ma anche un , la bevanda preferita dagli inglesi ma anche dai mediorientali e dai turchi.

Insomma, la parola d’ordine è ordinare ciò che più si preferisce, magari stando attenti anche ai prezzi se non si vuole spendere una fortuna e non si hanno risorse infinite in termini di budget.

Bar Rosati nella bufera: la denuncia di un politico è virale

E proprio il prezzo di una consumazione al bar sta creando una vera e propria bufera sui social. La denuncia arriva da Marco Di Stefano, esponente di Noi Moderati e consigliere capitolino che ha denunciato il prezzo a suo dire elevato di una consumazione.

Sessanta euro per tre consumazioni” ha esordito il politico italiano che ha voluto così racontare quanto gli è capitato il giorno dell’Immacolata al Bar Rosati, locale storico di Piazza del Popolo. Nell’attesa dell’accensione dell’Albero di Natale una consumazione al bar insieme alla moglie ed alla figlia, un po’ di riposo e ristoro senza poter immaginare la stangata.

Ho pagato 60 euro per uno spritz, un tè con i pasticcini ed un tramezzino” ha proseguito con il racconto. Di Stefano ha poi evidenziato anche un altro aspetto, forse il più grave in assoluto. “Nessuno scontrino fiscale“. Se, infatti, il bar davvero non ha emesso lo scontrino fiscale, si tratta di evasione fiscale, punibile con una sanzione pecuniaria e nei casi più gravi anche con la chiusura del negozio stesso.

Sui social c’è chi ha evidenziato come il Bar Rosati sia noto per i suoi prezzi oggettivamente elevati, dovuti anche alla storicità del locale e soprattutto alla sua ubicazione. Tantissimi i commenti su com sia ben visibile il prezzario e quindi consultabile prima di sedersi al tavolino.

Giancarlo

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