Niente da dire, Igli Tare è un fenomeno. In quattro mesi dal suo arrivo al Milan ha rivoluzionato squadra e ambiente, da metà classifica al sogno Scudetto era difficile da ipotizzare.
Andiamo ad analizzare questo inizio di stagione del direttore sportivo dei rossoneri, che ha trovato una situazione complessa e ridato credibilità a un Milan che non l’aveva da anni.

Lo Scudetto 2021/22 di Stefano Pioli è l’ultimo della storia del Milan, ma è stato vissuto quasi come un caso in mezzo a tanti anni di confusioni e difficoltà. I rossoneri dalla lontana stagione 2010/11 hanno accumulato delusioni che sembravano riscrivere e ridimensionare la loro storia in un modo che nessuno si poteva davvero aspettare.
Igli è arrivato con tante grane da sistemare da quella Theo Hernandez, giocatore tra i più rappresentativi della squadra ma ormai fuori con la testa del progetto, a quella di sostituire Tijjani Reijnders, calciatore più forte degli ultimi anni ceduto, tra l’altro non per una cifra irresistibile al Manchester City. Era francamente impensabile vedere dopo pochi mesi la squadra tornare a far paura in Italia e a sognare non solo di qualificarsi in Champions League, ma proprio di vincere il campionato.
Tare, un lavoro perfetto
Oggi Igli Tare ha parlato e non si è nascosto, quando gli chiedono dello Scudetto risponde un “siamo sulla buona strada” che sicuramente è gratifica del buon lavoro fatto e delle realtà di quanto sta accadendo in campo. Ma torniamo a questa estate.

La prima mossa, e forse la più saggia, di Tare è stata quella di chiamare un allenatore che conosce l’ambiente, un professionista serio, un vincente come Max Allegri. Subito si è lavorato per risolvere la grana Theo Hernandez cedendolo in Arabia, per poi piazzare anche due esuberi a cifre folli. Malick Thiaw è andato al Newcastle per 35 milioni, mentre Noah Okafor si è accasato al Leeds per 19. Ceduti anche Adli in Arabia, Emerson Royal in Brasile.
Gli acquisti sono un capolavoro dietro l’altro. È stato preso uno dei centrocampisti più forti della storia come Luka Modric, che tutti davano per bollito a 40 anni ma che sta facendo la differenza. Sono arrivati due calciatori di prospettiva come Jashari e Ricci a centrocampo, sulla corsia si è puntato su Athekame e Estupinian, in mezzo è arrivato invece De Winter. Colpo supremo poi quello che ha portato in rossonero per 7 milioni Adrien Rabiot, calciatore di livello internazionale. Nkunku è stata la scelta dell’ultima ora davanti.
E la stagione è appena iniziata.





