Non si può morire così, non si può morire aggrediti sul lavoro: addio Raffaele Marianella

La storia di Raffaele Marianella non sarebbe potuta venire in mente nemmeno al più perverso degli sceneggiatori di film horror. Non si può morire così, non si può morire aggrediti sul lavoro.

Purtroppo oggi siamo di fronte al racconto di un episodio che segna il nostro paese e non può assolutamente passare sotto traccia, anche per rispetto di chi ci ha rimesso la vita.

raffaele marinella
Non si può morire così, non si può morire aggrediti sul lavoro: addio Raffaele Marianella (ANSA) camelio.it

Raffaele era un autista di origini romane, ma residente a Firenze, che ha perso la vita sul posto di lavoro ad appena un anno dal traguardo della pensione. Lavorava per la Gimmy Travel di Osmannorro dove era arrivato da tre mesi dopo una vita nella Giotto Bus.

Ha perso la vita domenica sera a Rieti subito dopo una partita di Serie A2 di basket, aggredito da alcuni che non possiamo di certo considerare tifosi. Testimoni raccontano al Corriere della Sera che la morte sarebbe stata causata da un blocco di cemento che gli è stato lanciato addosso. Fino all’arrivo dell’ambulanza all’uomo è stato praticato il massaggio cardiaco, ma non c’è stato niente da fare. Raffaele non ha più ripreso coscienza.

Un episodio che volevamo raccontare, uscendo un po’ da quelli che sono i nostri soliti argomenti, per solidarietà nei confronti di una brava persona che non c’è più e della sua famiglia che giustamente oggi lo sta piangendo.

Addio Raffaele Marianella, non si può morire così

I presenti all’aggressione di Raffaele Marianella, che l’ha portato alla morte, sono letteralmente sconvolti, senza parole. Il Pistoia Basket 2000 ha sospeso tutti gli allenamenti programmati e dimostrato grande rammarico e amarezza per la scelta della Federazione italiana di basket di non sospendere il campionato.

autobus distrutto
Addio Raffaele Marianella, non si può morire così (ANSA) camelio.it

Sconvolti dalla vicenda sono anche i giocatori che sabato a Cremona hanno già detto non scenderanno in campo anche in segno di rispetto per una vita spezzata. Non sono da escludere, come riporta SportMediaset, delle iniziative, anche importanti, di protesta per quanto accaduto.

Grande paura per i presenti sul pullman, che era partito da poco a Rieti, sul quale c’erano tante famiglie che volevano semplicemente godersi le splendide emozioni che solo lo sport sa donare. Al momento non sono stati resi noti i nomi degli aggressori, che usciti da un campo hanno assalito il pullman tirando dei massi molto consistenti.

La Federazione Italiana Pallacanestro ha espresso condoglianze alla famiglia e sottolineato di valutare dei provvedimenti molto rigidi per l’accaduto. Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane di fronte a un fatto grave come questo.

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