Brutte notizie per gli influencer: il Governo corre ai ripari ed arriva la svolta epocale. In molti non potranno più farlo, ecco il motivo
L’avvento di internet e, con esso, dei social media ha rivoluzionato alcuni lavori. E, soprattutto, ne ha creati di nuovi. Tra questi, quello di influencer. Una parola ormai sulla bocca di tutti, un”lavoro” che ha soppiantato nei più piccoli quelli “iconici” di calciatore, poliziotto, astronauta.
Provate a chiedere ai bambini oppure agli adolescenti il lavoro dei sogni che vorrebbero intraprendere: se non tutti, almeno la stragrande maggioranza risponderà proprio influencer. Già, ma che lavoro è? Di fatto è una persona che ha un seguito numeroso sui social tanto da influenzare la capacità delle persone negli acquisti, nei comportamenti e perfino nelle opinioni.
I contenuti sono creati sulle piattaforme social, da Youtube a Instagram fino a Tik Tok: piattaforme che poi pagano a seconda del numero di follower e delle visualizzazioni dei video, al pari dei brand che fanno affidamento a questi influencer per pubblicizzare il loro prodotto. E così queste personalità del web, poco più che blogger e content creator, condividono contenuti specifici e promuovono prodotti.
Il mondo degli influencer, negli ultimi anni, si è espanso a macchia d’olio. Al giorno d’oggi ve ne sono di tutti i tipi: dagli esperti in abbigliamento a quelli in accessori fino a coloro che dicono la loro anche su tempi più importanti, dalla politica agli aspetti sociali, come medicina, finanza, salute e diritto.
Una deflagrazione – anche spesso con fake news oppure opinioni molto discordanti dalla realtà – che hanno costretto il Governo ad intervenire. E così Pechino ha deciso per un vero e proprio giro di vite. In Cina sono state infatti introdotte nuove regole per i creator e gli influencer.
Chi tratterà temi legati ad aspetti professionali, dalla politica alla medicina, dalla finanza al diritto fino all’educazione ed alla salute dovrà essere qualificato. Dovrà, cioè, dimostrare di avere titoli specifici in quel ramo per poter affrontare questi argomenti. Le piattaforme – Weibo e Douyin, il Tik Tok cinese (che, però, è cinese pure lui) – dovranno verificare le competenze e saranno gli unici responsabili.
Il rischio in caso di violazioni è molto elevato: si rischiano fino a 100mila yuan di multa (circa 13mila euro) oltre alla sospensione oppure alla chiusura definitiva dell’account. L’obiettivo del governo cinese è chiaro: combattere la disinformazione che sta dilagando sempre più, migliorando al contempo la qualità dei contenuti visibili online.
Non mancano, ovviamente, le polemiche: in molti, infatti, vedono tutto ciò come una nuova limitazione alla libertà di espressione.
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