Lazio, nuovo flop contro il Torino: “Altro che Lotito, il colpevole a Formello è un altro”

La Lazio non va oltre il pareggio contro uno dei peggiori Torino di sempre: ecco chi finisce sulla graticola, la colpa della situazione biancoceleste non è di Formello

Claudio Lotito in primo piano
Lazio, nuovo flop contro il Torino: “Altro che Lotito, il colpevole a Formello è un altro” (Ansa Foto) – Camelio

Una partita condotta fino al 2-1 con cui si è chiuso il primo tempo poi la rimonta del Torino dell’ex Baroni e solo un rigore di Cataldi al 103′ (sì, avete letto bene) ad evitare il peggio. Il sabato thrilling della Lazio si è consumato così, dalla possibilità di conquistare i tre punti e dare continuità all’ultima vittoria fino al timore di incassare un’altra sconfitta.

Alla fine è arrivato un punto misero, che non smuove più di tanto la classifica. Di certo, se da un lato è un punto guadagnato per com’è arrivato il pari, dall’altro sono due punti persi per strada nella corsa all’Europa con le avversarie dirette che di certo non aspettano l’andamento lento dei biancocelesti.

Insomma, l’ennesima delusione che non può non portare ai primi processi, alle prime domande su quello che sta accadendo a Formello in questo inizio di stagione. D’altronde non può essere altrimenti. La Lazio all’Olimpico ha pareggiato contro il peggior Torino di sempre, con Baroni sulla graticola e vicino all’esonero, tanto che i primi contatti con altri allenatori sono già iniziati da parte della dirigenza.

Lazio, Sarri sul banco degli imputati: quali sono le sue colpe

Analizziamo, però, i veri problemi della Lazio attuale, perché il colpevole non è certo Lotito, anzi. Il patron da un lato ha senza dubbio le sue colpe ma non è l’unico responsabile ed è bene metterselo in mente. L’unico colpevole è invece un’altra figura presente a Formello e si chiama Maurizio Sarri.

L’allenatore nativo di Bagnoli è tornato alla Lazio in estate, dopo l’addio proprio a Baroni. Per Sarri si è trattato di un ritorno considerato come aveva già vissuto un’esperienza alla Lazio, l’ultima della sua carriera essendo poi rimasto senza panchina per un anno e mezzo dopo le sue dimissioni nel marzo del 2024.

Maurizio Sarri in panchina
Lazio, Sarri sul banco degli imputati: quali sono le sue colpe (Ansa Foto) – Camelio

E già questo deve far pensare sull’allenatore. In estate si sono liberate le panchine di oltre mezza Serie A, di tutte le big se escludiamo il Napoli Campione d’Italia che si è tenuto ben stretto Antonio Conte. Hanno cambiato Milan, Inter, Roma ed Atalanta, anche la Fiorentina si è affidata ad un altro allenatore e nessuna di queste società abbia mai pensato di ingaggiare Sarri.

Ci dev’essere senza dubbio una motivazione valida se nessuna big abbia deciso di puntare sul toscano. L’ha voluto la Lazio e lui è tornato ben sapendo di dover lavorare con un presidente complicato. Ha uno stipendio da allenatore di Champions League ingiustificato, considerato come non solo non giochi la competizione – la Lazio, in realtà, non gioca in Europa quest’anno – ma di questo passo nemmeno la disputerà nella prossima stagione.

La rosa è uguale a quella dello scorso anno con i ritorni di Cataldi e Cancellieri per via della nota storia sul mercato bloccato ma fisicamente la squadra sembra essere a pezzi: hanno una sola gara a settimana ma sembra che ne giochino quattro ogni sette giorni.

E, come se non bastasse, non si prende mai alcuna responsabilità: non si presenta mai in conferenza stampa ad esprimere il suo pensiero di vista. Si sta comportando in maniera vergognosa, accampando scuse su scuse senza un minimo di autocritica, che sarebbe bene facesse visto come sta giocando la Lazio in questo momento.

Ecco perché Lotito non ha colpe. E, dulcis in fundo, non ha affatto stile. Si presenta in panchina con una tuta nemmeno tanto ordinata, con quel mozzicone di sigaretta sempre in bocca per una evidente mancanza di rispetto alla società che rappresenta.

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