Un altro gol alla Lazio, e il deja-vu è servito: Pellegrini divide, illude e scompare. Tra scadenza e dubbi, il derby non basta a salvare la sua storia giallorossa

Un gol nel derby e subito il dibattito si riaccende: Lorenzo Pellegrini è tornato? Ma tornato dove, esattamente? Perché il copione lo conosciamo a memoria. A gennaio aveva segnato alla Lazio, sembrava l’inizio di un nuovo romanzo giallorosso, e invece dopo un paio di capitoli si era già dissolto tra infortuni, cali e solite discussioni. Poche settimane dopo, la solita sparizione dal radar.
La differenza è che stavolta l’attesa era carica di veleni. Di Pellegrini si parla sempre, che giochi o che non giochi. Prima di questo derby era addirittura fuori dal progetto, aveva perso la fascia di capitano e non l’ha indossata neanche ieri.
Contratto in scadenza a giugno, volontà di svincolarsi e un mercato che non gli ha riservato nessuna offerta buona. È rimasto solo per mancanza di alternative, non certo perché fosse indispensabile.
Eppure eccolo di nuovo, a prendersi la scena per una notte. Una rondine non fa primavera, e un (altro) gol nel derby non basta per rimettere a posto anni di montagne russe.
Pellegrini, il gol nel derby non basta: cosa vuoi fare da grande?
Pellegrini non è un giovane da svezzare, né un talento acerbo da rifinire: è un trentenne esperto, pagato come un top europeo con i suoi 6 milioni (!) netti a stagione, che da troppo tempo vive di fiammate isolate.

Con Gasperini la musica dovrebbe cambiare. O almeno, questa è la speranza. Il tecnico di Grugliasco ha fatto del recupero dei “corpi estranei” un’arte: li prende, li rimette in riga, li rilancia. E la prestazione di Pellegrini nel derby farebbe anche ben sperare.
Ma qui non c’è da recuperare un ragazzino svagato: c’è da restituire credibilità a un ex capitano che divide più di quanto unisca, che ogni anno promette il salto e ogni anno finisce nel tritacarne delle polemiche. Ricorda un altro strapagato della Roma, ma qui i problemi alla base sono molti di più.
La verità è che il derby inganna. Ti regala l’eroe del giorno, ti illude che la stagione possa cambiare. A gennaio era il faro, ad aprile un ingombro, ad agosto un separato in casa. Ora settembre, di nuovo un lampo. La sceneggiatura è la stessa, e non servono grandi spoiler per immaginare il finale se non cambia qualcosa.
Gasperini potrà anche metterci la faccia, ma il conto in banca resta di Pellegrini. E lì non c’è derby che tenga. E lì non c’è derby che tenga.